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Edilizia sostenibile: competenze e aspettative di formazione dei lavoratori dell’edilizia. Un’indagine coordinata dal Formedil nell’ambito del progetto Build up skills I-TOWN.

19/04/2016

L’obiettivo del progetto BUILD UP SKILLS I-TOWN – Italian Training qualificati On Workforce in buildiNg, è quello di sviluppare e validare curricola formativi, ambiti di competenze, corsi di formazione a livello EQF 3 per i lavoratori dell’edilizia, al fine di migliorarne le competenze nel campo dell’efficienza energetica e dell’edilizia sostenibile. Il progetto cofinanziato dall’ UE attraverso l’EASME è realizzato da un partenariato che vede la presenza di FORMEDIL, ANCE, ASSISTAL, ECIPA CNA, RENAEL, SINERGIE nonché da due prestigiose università quali il Politecnico di Torino e la Federico II di Napoli .

Come sottolinea Francesco Sannino, vicepresidente del Formedil, ente coordinatore del progetto “per poter costruire percorsi formativi è essenziale disporre di informazioni aggiornate sullo stato dell’arte in termini di conoscenza e di consapevolezza da parte delle diverse figure di mestiere e professionali che oggi si trovano ad operare all’interno del processo produttivo delle costruzioni. Per questo si è ritenuto essenziale realizzare un’indagine informativa presso un campione ampio di lavoratori, 901 operatori sulla base di un questionario progettato insieme al partenariato di progetto. Questo monitoraggio ci consente oggi di avere una ricognizione qualificata per quanto riguarda i livelli di competenza e le esigenze in termini di domanda formativa su cinque grandi aree tematiche che oggi caratterizzano il mercato dell’edilizia. Al centro della nostra attenzione abbiamo posto il recupero e la riqualificazione, ampliandolo alla rigenerazione urbana. In questo contesto abbiamo chiesto di indicare i livelli di soddisfazione rispetto alle loro attuali conoscenze per quanto riguarda costruire edifici ad energia quasi zero entrando in dettagli tecnici rispetto alle soluzioni costruttive, alle innovazioni impiantistiche ma anche alla gestione sostenibile del cantiere e rispetto alle procedure di certificazione. Un terzo livello dell’indagine ha riguardato materiali e specifiche tecnologie. Un insieme di dati dai quali è emersa una forte propensione alla formazione di tipo innovativo e segmentato, su cui il nostro sistema si deve attrezzare e essere protagonista.”

All’indagine stutturata sulla base di un questionario compilabile anche on line hanno partecipato circa 50 scuole edili FORMEDIL  e alcuni centri collegati ad Ecipa CNA.  Da un esame delle risposte pervenute hanno partecipato per circa un 40% operai, a cui va aggiunto un 11% di apprendisti. Ad essi si somma un 14% di impiegati e poco più di un terzo tra artigiani, liberi professionisti, piccoli imprenditori e altri collaboratori.

Poco meno del 40% lavora nel settore da almeno 20 anni e un altro 28,6% da almeno 11. Il 94% sono uomini e il 92,6% di nazionalità italiana. Un 55% degli intervistati ha più di 40 anni e un 56,5% vive e lavora in una regione del Nord, il 18,6% al Centro e il 24.9% nel Mezzogiorno. Rispetto all’attività svolta oltre l’80% opera nell’edilizia civile, mentre un 12% nell’impiantistica e il restante 8% in  altre attività. Un dato interessante riguarda eventuali esperienze precedenti di formazione, praticate da circa l’88% degli intervistati. Il 60% di loro ha frequentato corsi per la sicurezza nei luoghi di lavoro e un 38% corsi tecnico professionali. Un ruolo importante ha avuto la formazione svolta presso il sistema formativo di settore.

Le aree oggetto di indagine:


SEZIONE 1: 

A: Recupero e manutenzione del patrimonio edilizio

B: Rigenerazione urbana e ambientale

C: Risparmio energetico e green building

D: Materiali e tecniche innovative


SEZIONE 2: Soft skills

L’indagine ha incrociato valutazioni quantitative e qualitative chiedendo agli intervistati di esprimere da un lato il livello di soddisfazione della propria competenza rispetto a un’ampia gamma di elementi relativi a quattro aree tematiche, ma anche una stima delle conoscenze necessarie. Tutto questo utilizzando cinque parametri: per niente, poco, abbastanza, molto, fondamentale. 

Ad ogni parametro è stato dato un punteggio crescente così da poter definire per ogni quesito e per ogni area tematica anche un punteggio medio.  Il risultato è stato che per tutte le quattro aree tematiche si registra una consapevolezza dell’esistenza di carenze significative, registrando complessivamente un punteggio medio inferiore alla sufficienza. Particolarmente basso risulta il dato sulle conoscenze necessarie per affrontare attività collegate a programmi di rigenerazione urbana relative a materiali e tecnologie innovative.

Gli ambiti dove si registra una più elevata competenza riguardano gli ‘strumenti e tecniche per il restauro dell’involucro edilizio in edifici storici.’ Scarsa conoscenza emerge rispetto ad interventi di sicurezza sismica, così come per quanto riguarda l’eco compatibilità dei materiali utilizzati. Sul fronte del risparmio energetico e del green building il livello più elevato di conoscenze riguarda le tecniche e i materiali per l’isolamento e l’impermeabilizzazione. Difficoltà più rilevanti emergono per quanto riguarda diagnosi e verifiche in corso d’opera. Emerge altresì un’ampia consapevolezza della bassa conoscenza rispetto a materiali e tecniche innovative dove il dato medio oscilla al di sotto del parametro “poco”. E se ciò appare comprensibile di fronte alle nanotecnologie, colpisce che lo sia anche per quanto riguarda le tecnologie relative all’impiantistica, all’illuminazione e all’elettronica. 

Da questa consapevolezza nasce una domanda di aggiornamento e di formazione molto forte che attraversa trasversalmente tutti gli ambiti. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda processi costruttivi consolidati, come nel caso degli ‘strumenti e tecniche per il recupero delle murature’, in una logica di continuità e di aggiornamento all’interno di un universo di mestiere tradizionale. Emerge infatti abbastanza chiaramente dalle risposte degli intervistati l’esigenza primaria di dotarsi di conoscenze che siano innanzitutto in grado di migliorare la propria attuale competenza consolidando la propria professionalità Ciò non esclude tuttavia una altrettanto evidente  propensione a confrontarsi con l’innovazione, in particolare per quanto riguarda la riqualificazione e tecnologie attinenti al consumo energetico e alla green economy.

Dall’indagine emergono alcune indicazione di carattere generale che saranno alla base della riflessione comune e  della proposta formativa I-Town, orientata verso l’individuazione di percorsi formativi in grado di rispondere soprattutto alla domanda di aggiornamento sulle soluzioni tecniche innovative che stanno trasformando progressivamente il modo stesso di costruire e di lavorare in cantiere. 

“La stessa sezione di indagine dedicata alle soft skills offre, secondo Rossella Martino del Formedil, interessanti indicazioni e spunti di lavoro per la formazione. In particolare  tra le soft skills ritenute più importanti emergono: capacità di affrontare la paura dunque la gestione di una emotività dominata  da un impulso, con conseguenze sullo stato fisico della persona e comportamentale ,  saper lavorare in team per il raggiungimento degli obiettivi, capacità di condividere, saper individuare e valutare gli errori.


In attesa di una elaborazione più approfondita in grado di segmentare ulteriormente il campione, individuando richieste particolari o differenti sensibilità l’indagine consente comunque di avviare una riflessione sulla strategia formativa da attuare. Strategia che in alcuni incontri tra i partner si va delineando intorno a tre livelli diversi. Come sottolinea Giovanni Carapella Formedil, coordinatore del progetto  “a un primo livello di carattere generale,  consistente in un aggiornamento culturale di massa, una sorta di 16 ore sull’innovazione e green building non può non fare seguito un’attività formativa trasversale diretta a trasferire competenze alle diverse figure coinvolte nel processo produttivo facendole interagire tra loro. Infine va costruito un percorso specifico rivolto a professionalità di mestiere di tipo specialistico. Ciò nella convinzione che sia possibile e utile ipotizzare un’offerta strutturata da costruire intorno a una mappa di formazione continua organizzata per moduli riferiti alle singole aree tematiche. Fondamentale sarà altresì prevedere per le nuove competenze green un sistema unitario di attestazione, validazione e di certificazione.” 


I-TOWN - La sostenibilità e il futuro delle costruzioni. Quale formazione?

Sintesi in 7 punti della rilevazione attraverso questionari, l’approfondimento nei Focus groups con testimoni privilegiati e stakeholders, il confronto con le esperienze BUS in altri Paesi Europei.

  • Esiste un’esigenza di formazione per accompagnare i processi di innovazione tecnologica e organizzativa della filiera delle costruzioni in italia.
  • Esiste una carenza generalizzata di formazione tecnico professionale tra le maestranze operative,  gli artigiani, i tecnici.
  • Esiste una domanda soggettiva di aggiornamento delle conoscenze e competenze.
  • C’è uno spazio d’intervento possibile per un’azione ad ampio spettro che coinvolga l’insieme delle risorse umane del settore.
  • Si può pensare ad una offerta  strutturata su una mappa di formazione continua, organizzata per moduli unitari, cumulabili come crediti, riferiti alle specifiche aree professionali oggetto di indagine.
  • Le nuove competenze green e i nuovi crediti devono trovare riconoscimento in un sistema unitario di attestazione, validazione, certificazione.
  • Il settore ha bisogno di formare figure nuove, ma soprattutto di riconvertire le figure esistenti che, già in possesso di competenze generali, hanno bisogno di specializzarsi nelle nuove tecniche e acquisire un modo di pensare “green”.



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