E’ stato presentato ufficialmente il Rapporto Formedil 2015 “Innovazione e formazione. L’edilizia oltre la crisi”, elaborato dal Formedil e dal Cresme, con il patrocinio dell’Inail.
L’analisi del sistema formativo per il settore delle costruzioni non può prescindere da una riflessione generale sull’andamento dell’economica italiana. “Dal 2008 il nostro settore si è ristretto in maniera consistente. Meno investimenti, meno attività, meno lavoro” scrivono Massimo Calzoni ed Enzo Pelle, rispettivamente presidente e vicepresidente del Formedil, nell’introduzione al Rapporto. “E’ dunque necessario puntare sulla formazione di base, mirata alle esigenze di valorizzazione delle competenze e di reinserimento della manodopera nel mercato del lavoro”.
I segnali di ripresa dell’economia italiana sono deboli, ma presenti e tendenti al positivo. Per le costruzioni il Cresme parla di investimenti in crescita dell’1% a novembre 2014, dello 0,3% a giugno 2015. Dal 2016 le previsioni sono tuttavia ben più ottimistiche. Segnali di questa ripresa sono: l’aumento degli importi delle gare pubbliche, l’aumento della vendita delle macchine movimento terra, i dati della vendita e distribuzione termosanitaria, il mercato immobiliare che ha chiuso il 2014 con un aumento del 3,6% delle compravendite.
Si sta aprendo un nuovo ciclo per l’edilizia, il settimo, ma sarà un ciclo differente dai precedenti. I nuovi fattori su cui farà leva l’industria delle costruzioni sono infatti: energy technology, gestione e riqualificazione del costruito, innovazione tecnologica.
Una nuova fase, dunque, che crea una nuova offerta. Elementi imprescindibili da adesso in poi saranno la progettazione condivisa attraverso il sistema Bim e un maggior uso di elementi prefabbricati per semplificare le operazioni di cantiere, con la certezza di minore domanda di manodopera.
Il sistema della formazione deve quindi operare in direzione dell’aumento della qualità e delle competenze. Dal 2010 sono oltre 700.000 le persone, operai, tecnici e altre figure, transitate attaverso i programmi delle Scuole Edili. Di questi 136.511 sono stranieri e 44.619 donne. Va detto che la formazione ha avuto una contrazione: dai 12.715 corsi attivi nel 2013 ai 12.322 nel 2014, con una diminuzione degli allievi da 164.325 a 144.527. Tuttavia l’interesse per i corsi è ancora vivo: guardando al 2012 i corsi sono comunque in aumento dell’11,8% e gli allievi del 9,4%.
I corsi Mics (Moduli integrati per costruire sicurezza) sono la più grande iniziativa italiana di formazione di massa in un settore economico. Nel 2012-2014 si è segnalato un aumento del 22% di questi corsi e del 36,8% degli allievi formati.
Siamo dunque in una fase di maturazione e consolidamento dell’attività formativa delle Scuole Edili. Le imprese infatti, nonostante la crisi, continuano a investire nella formazione.
Il Formedil svolge un ruolo strategico: garantire la formazione di base nel cantiere e accompagnare il settore verso il futuro.
Il Rapporto 2015 “Innovazione e formazione. L’edilizia oltre la crisi” è liberamente è consultabile sul sito Formedil
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